Torna a Blog

Canon EOS 6D Mark II, la full-frame per tutti. La recensione di Fabio Bernardo

Un articolo di Fabio Bernardo

Nell’agosto scorso Canon, dopo aver conquistato amatori e professionisti con EOS 6D, ha presentato il nuovo modello: EOS 6D mark II. L’attesa è stata molta sia per la longevità in gamma del modello precedente, sia per le innovazioni tecnologiche che nel frattempo si erano succedute all’interno del line up di Canon, in primis il nuovo sensore a rilevamento di fase Dual Pixel CMOS AF.

Il modello precedente si era distinto per caratteristiche come:

  • punto centrale di messa a fuoco a -3EV (quando il modello superiore aveva come valore -2,5EV)
  • Wi-Fi integrato sia per il trasferimento file sia per il controllo remoto tramite l’app Camera Connect
  • Una gamma alta di ISO fino a 25.600 (con valori di utilizzo senza generare alcun rumore fino a 4.000)
  • Corpo macchina in policarbonato leggero, ma robusto, ideale sia per l’amatore evoluto, sia per fare da secondo corpo al professionista già dotato di EOS 5D o EOS1D.

Personalmente ho usato EOS 6D negli ultimi quattro anni, arrivando a circa 300.000 scatti, senza dover mai mettere mano al corpo macchina, pur stressandolo in ogni condizione atmosferica e di urto, motivo per il quale però ho iniziato ad avere necessità di pensare ad un aggiornamento del corpo macchina principale, anche in funzione della richiesta sempre più crescente di clip video all’interno dei lavori commissionati, pur non essendo la mia principale attività. 

EOS 6D Mark II risponde pienamente alle mie aspettative, sia in termini fotografici, sia video.

Diamo uno sguardo alle sue principali novità e caratteristiche.

  • 26.2 Megapixel
  • 45 punti di messa a fuoco a croce
  • Sensore Dual Pixel CMOS AF (a rilevamento di
    fase)
  • Stabilizzatore a 5 assi in camera per quel che
    riguarda le riprese video
  • Processore DIGIC 7
  • Gamma ISO fino a 40.000
  • Wi-Fi, Bluetooth ed NFC
  • LCD touchscreen orientabile

EOS 6D Mark II, 85mm, f/1.4, 1/4000, ISO 100

In termini video l’interazione tra il sensore Dual Pixel e lo stabilizzatore a 5 assi, permette di fare clip a mano libera senza mai perdere il fuoco sul soggetto inquadrato e anche di spostare con semplicità, rapidità e fluidità la messa a fuoco da un soggetto ad un altro. La possibilità inoltre di un Time Lapse (sia in formato Full HD che 4K) integrato e di facile realizzazione in camera amplia ancora di più le occasioni che abbiamo di raccontare con completezza l’evento di turno al quale stiamo assistendo, che sia un paesaggio o una scena d’azione che non vogliamo “solo” congelare in uno scatto.Il beneficio del Dual Pixel CMOS AF a rilevamento di fase è doppio, soprattutto se confrontato con la precedente tecnologia “a contrasto”: nel video permette il fuoco continuo sul soggetto, senza mai perderlo, sia selezionando il face detection, sia scegliendo un singolo punto nel quale ogni soggetto che passerà all’interno sarà a fuoco; il tutto selezionabile dallo schermo touch orientabile. Dal punto di vista fotografico, permette una reattività quasi paragonabile all’inquadratura da mirino ottico, migliorando di circa l’80% la velocità di messa a fuoco.
Se con la tecnologia “a contrasto” l’inquadratura e conseguente messa a fuoco da live view era considerabile principalmente per riprese di paesaggi, ad oggi è assolutamente possibile scegliere la messa a fuoco e scatto tramite touchscreen anche per ciò che concerne soggetti in movimento.

La scelta di lasciare il formato Full HD come risoluzione video in EOS 6D II la condivido, in quanto è ad oggi lo standard richiesto anche a livello professionale dopo 5 anni dalla sua uscita sul mercato. “L’esigenza” del 4K è per uno step maggiormente professionale, per il quale c’è in gamma un prodotto ancor più completo in termini di professionalità, quale è EOS 5D Mark IV, dotata di doppio slot di scheda (CF+SD), corpo in lega di magnesio e maggiore personalizzazione in termini di messa a fuoco.
Il 2016 è stato l’anno con la maggiore proporzionalità tra supporti di registrazione e riproduzione Full HD; spesso è maggiormente una proposta che una richiesta, in quanto ha senso in termini di video che può avere una futura riproduzione su supporti 4K (ad esempio i cortometraggi), ma in un’ottica di riprese matrimonialistiche o amatoriali, diventa quasi controproducente considerando quanto presupponga un notevole upgrade in termini di supporti per l’editing, il montaggio e l’archiviazione.

Nel momento in cui l’utente di riferimento maturi un’esigenza del genere è il caso di prendere in considerazione un prodotto maggiormente professionale. Si dimostra una scelta mirata di Canon quella di rimanere sul Full HD con un prodotto come EOS 6D mark II, per il fatto che la stessa azienda ha in seno una gamma prodotti come quella EOS Cinema, con la quale si rivolge a chi del video fa la sua professione. Dopo il lancio di EOS 5D Mark II, che fece da spartiacque nel mondo fotografico, con l’innesto della funzionalità video, molti di coloro che si rivolsero ad una DSLR per filmare, iniziarono a maturare la necessità di avere un prodotto maggiormente rivolto al video come ergonomia, ma con un sensore di pari grandezza: motivo per il quale Canon creò anni or sono prodotti come la C100, la C300 e la C500, con un sensore super 35mm e funzionalità prettamente video.

La comodità dell’LCD orientabile è stata a lungo invocata sul full frame sia per ciò che concerne la parte video, sia per ciò che riguarda possibilità di scatti in live view dall’alto o dal basso, per agevolare inquadrature altrimenti fatte all’impronta anzichè consapevoli di ciò che si stava fotografando. 

EOS 6D Mark II si rivolge a mio avviso, come negli intenti dell’azienda madre, ad un pubblico che fa l’upgrade dall’APS-C, al pari di chi viene dai precedenti modelli full frame di pari fascia o come secondo corpo (il più leggero sul mercato della sua categoria) per i professionisti già dotati di prodotti di fascia più alta, ma in cerca di un prodotto completo ed affidabile. Già EOS 6D prima serie era stata per me “rivoluzionaria”, provenendo dall’APS-C, per ciò che riguardava le alte ISO e la precisione e velocità di messa a fuoco sul punto centrale, permettendomi di lavorare in scarse condizioni di luce, senza flash e senza sviluppare alcun rumore, al massimo una grana decisamente più piacevole e paragonabile a quella della pellicola, il tutto anche a 4.000 ISO, permettendomi di conseguenza anche tempi di scatto decisamente rapidi e che non mi mettevano mai in condizione di avere mosso o micromosso.

EOS 6D Mark II, 40mm, f/2.8, 1/160, ISO 10.000 

Questa nuova full-frame Canon, forte del suo processore DIGIC 7 e della sua gamma di ISO effettivi fino a 40.000, permette di lavorare con ancora maggior serenità alle ISO di cui prima, se non oltre. Quella che è stata fino a qualche tempo fa una rincorsa al sempre maggior numero di Megapixel, sembra ad oggi essersi spostata su altri valori, quelli appunto delle ISO: io non credo nelle battaglie a suon di numeri, ma di certo le tecnologie messe a punto da Canon in questi ultimi anni consentono ad EOS 6D Mark II di essere decisamente trasversale, permettendo al fotografo di street, di reportage o matrimonialista di congelare l’istante desiderato anche in condizioni di luce scarsa, restituendo l’atmosfera del momento.

-3EV + DIGIC 7. EOS 6D Mark II, 85mm, f/1.4, 1/160, ISO 8.000

Un articolo di Fabio Bernardo

Condividi questo post

Torna a Blog
Hai appena aggiunto questo prodotto al carrello: